La processione del Corpus Domini si snoda come da tradizione, oltre che per le vie del villaggio, anche lungo la SP 38, fino a raggiungere una piccola e graziosa edicola votiva del Santissimo Sacramento.

La costruzione dell’edicoletta nella contrada da allora chiamata “Signor Lasciato”, come tutti sanno, è legata ad un triste episodio del Giugno 1908 quando, come ricorda la lapidetta posta sul tempietto in stile neoclassico, ignoti asportarono di notte i sacri vasi dal tabernacolo della chiesa parrocchiale di Mili San Pietro e, nella fuga, abbandonarono nel curvone dello stradale le ostie consacrate:

O GESU’ SACRAMENTATO/ CHE NEL GIORNO 21 GIUGNO 1908/ FOSTE SACRILEGAMENTE ASPORTATO/ DAL SACRO TABERNACOLO/ DI MILI SAN PIETRO/ PERDONATE IL PROFANATORE/ CHE QUI VI LASCIO’ OLTRAGGIATO/ ACCETTATE L’OMAGGIO DEI VOSTRI FIGLI/ CHE INTENDONO RIPARARE/ E DELLA RIPARAZIONE LASCIARE QUI/ UN PERENNE RICORDO.

La tradizione orale conserva ancora un flebile ricordo della straordinaria presenza a Mili San Pietro, durante le cerimonie di riparazione dell’oltraggio al SS. Sacramento, di Sant’Annibale Maria di Francia. Probabilmente chiamatovi dal cappellano curato del tempo, il galatoto sac. Mariano Frassica, Sant’Annibale fu certamente a Mili la Domenica 2 Agosto 1908, data a cui fa riferimento un’omelia del volume venticinquesimo del corpus, pronunciata a “Mili Superiore”, certamente, come si ricava dal testo, presso la contrada “Signor Lasciato”, in occasione della “riparazione del furto del SS. Sacramento”.

All’intervento di Sant’Annibale è probabilmente dovuta la stessa costruzione dell’edicoletta votiva sul luogo del misfatto e probabilmente dello stesso sono le parole della lapide commemorativa posta su di esso. Il testo, tra l’altro, mette in evidenza che, a differenza di quanto recita la lapide dell’edicoletta votiva, il furto sacrilego avvenne nella notte tra l’1 e il 2 Giugno, e non in quella del 21 dello stesso mese.

La processione del SS. Sacramento fino all’edicola votiva è da allora, dunque, un’azione di riparazione dell’atto sacrilego che dovette suscitare tra i miloti profonda indignazione. Non è un caso che, come emerge dalle note di spesa conservate nell’archivio parrocchiale, in passato il giorno del Corpus Domini fosse particolarmente solennizzato anche con lo sparo di numerosi mortaretti durante la processione e alla sera, di colpi di fucile a salve e, com’è ancora in parte in uso, con l’esposizione ai balconi da parte delle donne di famiglia delle più belle coperte, la realizzazione nei crocicchi di altarini di reposizione splendidamente adornati e il cospargimento delle vie, prima del passaggio della processione con il Santissimo, con petali di fiori e foglie di limone. La processione veniva ripetuta per tre volte: il Giovedì precedente, la Domenica del Corpus Domini ed il Giovedì dell’Ottava. Solo la processione della Domenica giungeva all’edicola votiva di contrada Signor Lasciato.

Qui potete vedere un importante documento filmato gentilmente concesso dal signor Carmelo Romeo, risalente al 4 Giugno 1989, che ritrae i momenti salienti della processione del Corpus Domini per le vie del villaggio e lungo la strada provinciale per Mili San Marco, dove la processione, come da tradizione, compie una sosta presso l’edicola votiva del “Signor Lasciato”:

Ecco il testo integrale dell’omelia di Sant’Annibale del 2 Agosto 1908 (l’omelia è scritta in parte per esteso, in parte abbozzata su canovaccio):

 

Mili Superiore, 2 Agosto 1908

J. M. J.

O naturali di questo paese !… o naturali di questo paese!…

Io sono pur troppo costretto a ricordarvi un fatto dolorosissimo: io debbo rinnovarvi una memoria assai funesta, debbo mettere sotto i vostri occhi una scena per quanto raccapricciante altrettanto sacrilega e nefanda, che fece rabbrividire gli Angeli dal Cielo che in quel tremendo tremarono, si velarono gli occhi con le loro ali, e piansero!

O scena indescrivibile! Era la notte del 2 Giugno, vale a dire due mesi fa; tutto era profondo silenzio; voi eravate tutti a dormire tranquillamente, come un gregge adagiato nell’ovile, e nella Chiesa Madre del vostro paesetto il buon Pastore Gesù vegliava nel Santo Tabernacolo. Oh, che
mistero d’amore! Nella notte quando la Chiesa è deserta, quando non si pensa più, non si bada più al Dio fatto Uomo ecc. che per noi si fece pane, ecc. compagno ecc. quando ognuno se ne va e appena una lampada arde ecc. Gesù, non se ne va! Il Dio del Cielo e della Terra non si allontana ecc. Se ne resta come un prigioniero lì per nostro Amore! Ah, questo è un amore eccessivo! un amore che ci dovrebbe confondere, e direi quasi anche la notte dovremmo tenergli compagnia ecc.

Ma Gesù Sacramentato non lo pretende! Si resta solo la notte aspettando che il domani ecc.

Ma ahimè! e come si possono trovare uomini così empi ecc. che pensino finanche di entrare nelle chiese di notte, e assaltare il Santo Tabernacolo ecc.!

Così Egli se ne stava, quieto, amoroso la notte del 1° al 2° Giugno.

Quand’ecco empi malfattori, uomini indemoniati, si avanzano; essi girono come i lupi nella notte ecc., spiano di qua e di là ecc. per dove entrare; concepiscono un diabolico disegno, scassinano, entrano; empi, che fate? voi entrate così nella Casa di Dio? ah! tremate! ma guai quando un’anima è invasata dal demonio. Si avanzano, vanno al santo Altare, spingono le sacrileghe mani al Tabernacolo, ne spandono la porticina, ghermiscono la sacra Pisside, il sacro Ostensorio, e via precipitosi.

Io m’immagino che alla porta della Chiesa stavano mille demoni che non osarono entrare nel Tempio di Dio; ma appena videro uscire quegli empi col Dio Sacramentato, esultarono e tremarono. Esultarono perché videro l’orrendo sacrilegio, l’insulto fatto ecc. la perversità cecità di quegli empi ecc.! Tremarono, perché non poterono sostenere la vista della vittima divina, del Signor Nostro Gesù Cristo che un’altra volta veniva tratto ad un nuovo Calvario dai nuovi Giudei!

E quegli empi come ciechi forsennati correvano, correvano, correvano a crocifiggere di nuovo N. S. G. C. ecc., lo trascinavano per una nuova strada del Calvario.

Se non che, come gli antichi Giudei non potevano sopportare la vista di G. C. paziente e gridavano a Pilato, toglilo, toglilo dagli occhi nostri… Tolle ecc.! così questi nuovi Giudei ecc. non potevano tollerare la Reale Presenza della loro Vittima Divina, che tenevano nelle loro sacrileghe mani. Sembrò a loro che i monti, le colline, gli alberi, con le loro ombre, le stelle dal Cielo, tutti li rimproverassero, li minacciassero e gridassero: empi, fermatevi, lasciate l’Uomo Dio Sacramentato! E allora! tremebondi, giunti in questo luogo si fermano, aprono la sacra Pisside, e qui, in quest’angolo tra le erbe e i sassi versano le sacre particole e la Sacra Ostia dell’Ostensorio, e incalzati dai demoni e dalla loro rea coscienza s’involano precipitosamente!

O naturali! O naturali! voi, ignari di tutto dormivate tranquilli in quella terribile notte; come se Egli avesse detto: Sinite eos abire! nessun ladro vi disturbò.

E qui il buon Pastore, strappato ecc. se ne stette. Oh! lasciatemi esclamare: fortunate erbe, fortunati sassi! Voi deste ricetto all’Amante Divino! Voi ricettaste il vostro Creatore.

Quest’Angolo di Terra, questa strada era mutata in Paradiso! Ma ahimè! un Dio gettato in mezzo alla strada! O Angeli del Cielo che fate? Gli Angeli non stavano oziosi, no! Tutti i vostri Angeli Custodi, o milesi, erano tutti qui! Ma che dico? Tutte le Gerarchie Angeliche ecc. canti inni ecc. Oh, se agli occhi si fossero svelati i misteri di quella notte!

“Riparazione”! Già lo cominciarono gli Angeli, i Santi ecc. S. Pietro! Maria!

“Vostre Riparazioni”

1°. Il domani vi svegliate; il Cappellano Chiesa ecc.! O Dio! che fu? il Tabernacolo è vuoto! ecc. Ah! io qui vedo il vostro empio – si entra in Chiesa ecc. Vedo queste verginelle cercare il loro Diletto come le figliuole di Gerusalemme con la Sacra Sposa Cantici ecc. Ubi est Dilectus tuus? ecc.

2°. Donna, Veronica – In questa via dolorosa una novella Veronica, fazzoletto ecc.

3°. Giuseppe di Arimatea! Cappellano, abbraccia Corpo! ripone Tabernacolo! Adorazioni.

4°. Ma di ciò non paghi, voi, o milesi, avete stabilito giorno riparazione e avete innalzato qui monumento! Oh, sì! questo locale è santo! questa Terra è santa! Fu toccata dal Corpo adorabile ecc.! o milesi salendo e scendendo, andando e tornando dai lavori ecc., qui vi fermate, qui genuflessi baciate questa Terra: dite ai vostri figli: Fanciulli qui un giorno mani sacrileghe trasportarono il vostro Bene ecc., qui per tutto il tempo avvenire voi lo dovrete adorare; questo è il centro di una riparazione che non avrà più fine. Il Sacrilegio fu uno, l’oltraggio fu uno; ma le riparazioni devono essere tante quanti abitanti, passi, fermate, sì,  a dispetto dell’inferno ecc. la riparazione non avrà fine!

Qui il SS. Sacramento vi dice:

5°. Anzi questa lapide non solo ricorderà a voi naturali il fatto e la riparazione, ma sarà motivo che anche gli estranei, i passeggeri continueranno la vostra riparazione ecc. Passando di qua si fermeranno ecc.

Obiezione:

Non poteva Dio impedire?

1°. Qualunque peccato potrebbe impedire, ma volendo liberi, così:  Gloria! qui potuit facere mala et non fecit. Caino

2°. Dio permette il male per trarre il bene!

Qual bene da questo male o simili?

Eccitamento Fede!

Esempio di Torino 1453.

Obiezione:

Perché non punisce sacrileghi?

1°. Perché li vuole salvi e dà tempo! si svolga!

Così fece nella Passione; scendi dalla Croce ecc. ecc. Si  convertì il Centurione.

Si possono convertire anche questi! Esempio a me occorso.

2°. Li punirà se ostinati! qui e nell’altra vita –

6°. Riparazione – Vita cristiana – Comunione frequente … Preghiera.

 

 In occasione della riparazione del furto del SS. Sacramento in Mili.

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