Qualche lustro fa veniva costruita l’unica via di collegamento tra il nostro villaggio e quello di Tipoldo. Arteria fondamentale per il nostro territorio, questa via ha avuto il grande merito di ricucire quel rapporto “speciale” che le comunità di Mili San Pietro e Tipoldo hanno da sempre intrecciato: un rapporto padre-figlio, tra il villaggio che è sempre stato il punto di riferimento per i servizi di prima necessità (Mili) e quello che è stato considerato, fino al censimento del 1981, una “frazione di frazione”, in altre parole un pezzo di Mili San Pietro posto in mezzo alle campagne, quasi a guardia della vallata di Mili.

Via importantissima dunque, addirittura vitale per i due centri, che vi hanno trovato dal momento della sua realizzazione un importantissimo mezzo per ricostituire, seppure soltanto in parte, l’antica unità comunitaria. Via che però, sin da quando è stata realizzata, pone tanti interrogativi a chi la percorre: per quale motivo manca quasi del tutto la segnaletica? perché le opere necessarie alla sicurezza della sede stradale sono praticamente inesistenti? Come è stato possibile tracciare una strada, in un’area tanto a rischio (le rocce tagliate per la costruzione sono arenarie molto inconsistenti), senza le dovute precauzioni?

Come se questo non bastasse, giungono puntuali le piogge e, con un’intensità che negli ultimi anni è diventata preoccupante, i costoni circostanti franano sulla sede stradale, ostruendola e costituendo un grave pericolo per l’incolumità di chi la percorre. Senza pensare che, proprio da questi costoni feriti, ai primi di Marzo e Ottobre del 2010 ed il 10 Marzo 2011 grandi colate di fango si sono riversate in direzione del villaggio sottostante, causando, soprattutto nel secondo caso, danni gravissimi: il morto non ci scappò davvero per poco. Così la pensano anche i Vigili del Fuoco, che in occasione delle piogge dei giorni scorsi hanno deciso di chiudere la strada al transito.

Ma in questa storia c’è dell’incredibile. Gli ultimi anni di disastri idrogeologici hanno ben consigliato alle varie Amministrazioni pubbliche di negare la paternità di un manufatto, la via Mili-Tipoldo, sul quale ovviamente ci sarebbero da spendere grosse somme per la messa in sicurezza. E così la ex “Strada Provinciale n. 39bis”, come l’abbiamo sempre conosciuta, si trova oggi senza un proprietario che si assuma le responsabilità di ciò che succede ad ogni acquazzone. Ed esce fuori, puntualmente come le piogge d’autunno, anche una vicenda poco nota: la strada, come nota la Gazzetta del Sud di oggi, sarebbe stata costruita “dai proprietari dei terreni con fondi della Regione”. E dire che i proprietari dei terreni, di quella strada costruita a spese di spezzoni dei loro terreni e che oggi causa loro danni per migliaia di Euro, non ne hanno nemmeno visto il progetto!

Ecco il link dell’articolo della Gazzetta del Sud di oggi (Alessandro Tumino): http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=144186&Edizione=13&A=20111018

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